Con l’emendamento approvato alla legge di stabilità 2016 l’Italia ha compiuto uno scatto importante per colmare l’epayment divide che la distingue rispetto al resto d’Europa.
Il futuro è fatto di pagamenti digitali e l’Italia con una norma risolve alcuni dei limiti dovuti ad una certa timidezza del legislatore su un tema fondamentale per lo sviluppo del sistema paese.
La norma approvata poggia su tre pilastri. Il primo è la cancellazione di un limite per l’obbligo di accettazione di pagamenti elettronici, prima fissato dal un decreto ministeriale a trenta euro. Il secondo quello di rendere effettiva la scelta della modalità di pagamento da parte del consumatore attraverso la previsione di sanzioni nei confronti di chi dovesse impedire la scelta, salvaguardando esclusivamente i casi di oggettiva impossibilità tecnica. Il terzo quello di incentivare la moneta elettronica nei consumi di tutti i giorni, attraverso l’esercizio di una opzione contenuta nel regolamento europeo 751/2015 per i pagamenti inferiori a cinque euro.
I primi due pilastri rafforzano l’idea di una libertà del consumatore nella scelta della modalità di pagamento, una misura complementare all’aumento a tremila euro la soglia di utilizzo del contante, contenuto nella stessa legge di stabilità. Il combinato disposto dell’aumento della soglia e l’incentivazione dei pagamenti digitali tra l’altro era esattamente contenuto del dispositivo di una mozione approvata a giugno del 2015 dalla Camera dei Deputati. Il terzo pilastro è relativo all’esercizio di una opzione contenuta nell’articolo 3 del Regolamento europeo 751/2015.
In questo modo l’Italia si predispone nel migliore dei modi al recepimento della Direttiva sui servizi di pagamento (PSD2) che modificherà profondamente il mercato dei pagamenti, anche con l’ingresso di nuovi attori e che tra poche settimane sarà definitivamente approvata in sede europea.