L’anello che paga


Il potere è nell’anello, anche se è solo il potere di pagare. Infatti dal mondo “wereable devices” arriva un’importante novità: la società inglese Kerv ha prodotto un contactless payment ring, un anello che permette di pagare.

L’aspetto più interessante è che nulla sarebbe stato possibile senza la campagna di crowdfunding di Kickstarter, la piattaforma per progetti creativi, che ha permesso a Phil Campbell di raccogliere circa 77000 sterline per il suo progetto.

L’utilizzo è semplicissimo: l’anello, che non deve essere ricaricato (fatto non trascurabile, in un mondo in cui ognuno di noi combatte ogni giorno con la durata delle batterie dei propri devices) si imposta attraverso un app, a cui si deve collegare una fonte di pagamento, e in caso di furto o smarrimento si può disattivare istantaneamente, sempre via app. E’ chiaro che perdere un anello dal dito non è così semplice. Oggi nel mondo ci sono 38 milioni di “pos” in cui è possibile pagare attraverso l’anello Kerv, prima fra tutte la rete di trasporto urbano di Londra. L’anello è utilizzabili in tutti i luoghi in cui sia accettato il pagamento contactless: secondo il fondatore, per dicembre 2016 sarà possibile sedersi in un qualsiasi bar di Londra e procedere al pagamento. Con gli ultimi passi in avanti, speriamo anche in Italia.

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